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Manovra sui veicoli: minibollo, ecobonus ed ecotassa


news del 24/01/2019

 

Coi veicoli si fanno le manovre, ma stavolta una manovra (quella fiscale) ha impattato sui veicoli: mini bollo, ecobonus ed ecotassa 2019

Ai tecnici delle imposte (i commercialisti, per definizione!) saranno apparse contraddittorie, o quantomeno confuse, le disposizioni contenute nella manovra finanziaria in ambito automobilistico. Il riferimento va ai blasonati incentivi per l’acquisto di veicoli ibridi o elettrici (leggasi “ecobonus”), ai disincentivi per l’acquisto di veicoli inquinanti (“eco tassa”), alla riduzione della tassa di possesso per i veicoli di interesse storico (“mini bollo”). Visto che gli argomenti confondono (nel senso latinistico del termine) l’anzianità di immatricolazione con la cilindrata ed il livello di emissioni inquinanti, chi scrive preferisce seguire il più tradizionale ordine, e cioè quello alfabetico.

 

Ecobonus 2019


I commi 1031-1047 dell’unico articolo della manovra (fiscale, si intende), introducono incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici e detrazioni fiscali sulle spese per le infrastrutture di ricarica e, nel contempo, la famigerata “ecotassa”. In altre parole in pochi commi il provvedimento disincentiva l’acquisto di auto inquinanti a benzina, offrendo bonus a chi compra mezzi ibridi con un impatto inquinante più basso.

Gli incentivi variano a seconda delle emissioni inquinanti:

  • da 0 a 20 g/km di CO2, bonus di 6.000 euro con rottamazione o di 4.000 euro senza rottamazione
  • da 21 a 70 g/km di CO2, sconto di 2.500 euro con rottamazione o 1.500 euro senza rottamazione.

Tradotto, il sistema sta suscitando una serie di polemiche in quanto, così concepito, fa rientrare nei benefici le elettriche e le ibride plug-in, lasciando invece fuori i modelli a metano e Gpl, come pure un gran numero di modelli di ibride tradizionali.

 

Ecotassa 2019


L’altro lato della medaglia si chiama “ecotassa”: a decorrere dal 1° marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, chiunque acquista, anche in locazione finanziaria, e immatricola in Italia un veicolo di categoria M1 (per il codice della strada corrisponde a un veicolo destinato al trasporto di persone, avente al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente) nuovo di fabbrica, è tenuto al pagamento di un’imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro eccedenti la soglia di 160 CO2 g/km, secondo gli importi riportati nella tabella

 

Co2 g/km

Imposta (euro)

161-175

1.100

176-200

1.600

201-250

2.000

Superiore a 250

2.500

 

Viene inoltre precisato che l’imposta è dovuta anche da chi immatricola in Italia un veicolo di categoria M1 (massimo 9 posti, si ribadisce) già immatricolato in un altro Stato.

Ma il limite oltre il quale un veicolo viene eco-tassato, cioè di 160 g/km di CO2, ricomprende una serie di modelli molto diffusi (ad esempio Fiat Tipo e Fiat Doblò) e che contribuiscono al ciclo vitale dell’economia del Bel Paese: si osserva, infatti, che tra le auto del Gruppo FCA, mentre nessun modello può beneficiare dell’ecobonus, al contrario, ben 13 modelli da marzo saranno eco tassati.

 

Mini bollo 2019


Neonato dall’esecutivo che ha partorito la manovra per l’anno 2019, il sostegno economico riguarda un ampio raggio di individui, e cioè i possessori di auto e moto di interesse storico e collezionistico. Non parliamo di Alfa Giulia (prima generazione) né di Lambrette (che, innanzi al fisco sono veicoli “storici”), bensì di una categoria nuova di zecca (si badi bene, di “interesse” storico!), che abbraccia tutti quelli immatricolati da 20 a 29 anni. Sì, proprio quei mezzi che risultano interdetti al traffico veicolare nelle ordinanze sindacali di blocco. Calcolatrice alla mano, veicoli immatricolati tra il 1990 ed il 1999 e, in linea di massima, prodotti nella vigenza della normativa Euro 0 (prima del ’92), Euro 1 (dal ’93) ed Euro 2 (dal ’97). A questo punto, letti i due paragrafi superiori, verrebbe da pensare: qual è la penalizzazione per un contribuente che circola con un mezzo tanto inquinante? Nessuna! Anzi, al contrario, la Legge di Bilancio 2019 ha dimezzato l’importo del bollo di veicoli siffatti, ricorrendo le seguenti condizioni:

  • prima immatricolazione tra i 20 anni ed i 29 anni,
  • possesso e consegna del certificato di rilevanza storica e collezionistica (il cui costo si aggira sui 100 euro),
  • iscrizione ai registri dei veicoli di rilevanza storica e collezionistica (ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI).

In definitiva, dimezzare il bollo dei veicoli vecchi e inquinanti appare non incentivare i proprietari a sostituire il mezzo con uno meno inquinante. Infatti, se lo cambiassero, dovrebbero pagare il bollo intero!

 

Fonte: Fisco e Tasse


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